LUGANO Gli autonomi dovranno lasciare l’ex- macello
Centro sociale: si torna ai piedi della scala
Progetti scolastici in via Cassarate: il Municipio vuole così riavere gli spazi assegnati nel dicembre 2002 ai “ molinari”. I quali ribattono: « Prima vogliamo un’altra sede » .
Era chiaro che prima o poi sarebbe successo. Nove anni dopo l’avvio dell’esperienza dell’autogestione ( allora la festa al Tassino portò dritto dritto all’occupazione dei Molini di Viganello), i molinari devono trovare una casa nuova. Fatti sloggiare dai Molini e successivamente dal Maglio di Canobbio, gli autogestiti ticinesi avevano trovato una casa – rigorosamente provvisoria, secondo gli accordi del dicembre 2002 – all’ex- Macello di Lugano. Da dove, appunto, devono sloggiare per fare posto al progetto della città, che intende dedicare gli spazi un tempo usati per la mazza a iniziative scolastiche. Un “ déjà- vu”, come fanno giustamente notare gli autogestiti stessi dopo l’annuncio della municipale Giovanna Masoni circa i progetti dell’ex­ Macello ( vedi GdP del 23 maggio).
« Nonostante nove anni di autogestione, l’odissea per lo spazio continua – sottolinea in un comunicato l’assemblea dello CSOA – L’esistenza di un centro culturale è segno della necessità di una parte della popolazione, che non si riconosce e non condivide gli schemi istituzionali, di poter disporre di spazi da autogestire dove promuovere una visione critica e alternativa alla società contemporanea » .
Nove anni di esperienza hanno fatto degli autogestiti « un soggetto politico attivo e legittimato con il quale confrontarsi. La nostra storia racconta come disponibilità e propositività ci abbiano sempre contraddistinto, anche quando disillusi e sfiduciati ci siamo seduti per l’ennesima volta al tavolo delle trattative » .
È ovvio che Lugano si ritrova in mano la pepa tencia e sarà estremamente difficile disfarsene. Numerosi gruppi di lavoro chiamati a trovare negli anni una sede definitiva si sono sciolti come neve al sole e dal dicembre del 2002 è la città ( appunto da sola) a dover gestire – tra alti e bassi – la convivenza con gli autogestiti. Questi ultimi puntualizzano comunque un aspetto non di poco conto: « L’accordo stipulato con il Municipio ci assegna gli spazi all’ex- Macello almeno fino alla designazione di una sede definitiva. Dunque si fanno i conti senza l’oste » . Detto questo, gli autogestiti si dichiarano comunque pronti alla discussione e al confronto con le autorità cittadine. Il futuro cosa ci riserverà? Uno sfratto? Una sede alternativa? Un nuovo gruppo di lavoro? A questo punto è tutto possibile. ( R. G.)

 

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